martedì 22 ottobre 2019

#4-CITAZIONE

"Un luogo silenzioso, statico come una fotografia sigillata in una cornice e del tutto estraneo alla realtà che ne assedia i confini, in grado di sedurre un urbanista, inquietare un poeta, ispirare un artista e incantare le sensibili menti dei suoi visitatori più curiosi. Infatti, in prossimità della frontiera liquida che delimita i territori, un tempo celti, poi romani, longobardi e viscontei, ora milanesi e orobici, proprio sulla punta meridionale estrema dell’Isola Bergamasca, precisamente sul tracciato ideale che li congiunge come una linea decisa tracciata dal bisturi di un esperto chirurgo, nelle vicinanze del punto esatto in cui la torbida Adda, dopo essersi ripiegata su se stessa come un intestino nel verde capiente della pianura circostante, accoglie nei suoi rivoli le umorali acque del Brembo , sorge una piccola città dalle fragili architetture di sogno e di ingenua speranza che nacque, più di un secolo fa, su di un terreno di sabbia e nessuna certezza. Un luogo che se ne sta lì, con un tasso impressionante di indifferenza per il contesto e la cultura che lo circondano, come in attesa che arrivi il giorno in cui l’attenzione per queste esperienze potrà avere una degna sepoltura nel pantheon degli interessi legittimi. Il luogo perfetto per illustrare un delirio."

Giorgio Ravasio,Crespi d’Adda La città del lavoro proficuo, dell’utopia sociale e della metafora architettonica, Bologna: Damiani editore, 2012, pp. 20


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